Arte
03.11.2022

Nell’arte e nel colore la possibilità del cambiamento

Uno strumento concreto e potente per le persone e le organizzazioni.

Lo sguardo ampio dell’Arte

L’Arte da sempre è espressione di un modo “diverso” di guardare la realtà, di reinterpretarla, e di dargli significati nuovi e diversi andando oltre. L’Arte amplia gli spazi mentali e, attraverso questi, anche il modo di essere e di vivere. Pensiamo, ad esempio, all’impatto che le avanguardie artistiche hanno avuto nella società.

Vedere in modo “diverso” ciò che ci circonda, ci permette di comprendere meglio la “complessità della vita” (George Orwell), di articolare e sviluppare maggiormente le domande e di conseguenza anche le risposte.

L'arte per le organizzazioni

Negli anni tanti sono i progetti che ho realizzato e continuo a realizzare per le organizzazioni e le persone, nei quali ho potuto inserire l’Arte come strumento e canale abilitante e potenziante rispetto alle finalità degli stessi progetti.

Ricordo più di venti anni fa la perplessità per non dire lo scetticismo che veniva mostrato dai miei interlocutori – imprenditori e manager - rispetto all’inserimento dell’Arte nei percorsi di cambiamento organizzativo, per lo sviluppo dei soft skills, o per quello dei talenti nascosti. Era difficile convincere che l’Arte (con la A maiuscola) può essere contemplata tra le attività utili per disegnare, guidare e soprattutto facilitare il cambiamento desiderato. In Italia ancora non si parlava di Visual Thinking, erano pochi e visionari quelli che accettavano la sfida.

Il lavoro con il colore, ad esempio, è potente perché consente di percepire la realtà attraverso una prospettiva più ampia, di risvegliare la nostra creatività, di superare schemi solo in apparenza invalicabili, di innovare, di trovare più soluzioni alternative alle situazioni che affrontiamo, di ricomporre divergenze là dove un approccio logico-razionale – quello più spesso utilizzato da tutti noi – non ha funzionato.

Straordinario il risultato quando occorre ridefinire la strategia o il purpose aziendali. È quanto ho potuto sperimentare in un percorso nel quale ho addirittura inserito la Street Art.

Lo so può sembrare incredibile, ed effettivamente lo è per quello che ha generato!

Oggi è diverso, la proposta non risulta così stravagante.

Proprio recentemente, ho appreso con piacere che l’Arte fa parte del programma della Facoltà di Ingegneria Aerospaziale di Tolosa. Gli studenti di questo corso una volta alla settimana hanno nel loro programma una lezione di disegno e pittura.

Non possiamo a questo punto non domandarci: quanto uno strumento come questo può aiutare lo sviluppo del pensiero complesso e sistemico? Quanto la capacità di uscire fuori dagli schemi può essere di aiuto in tema di sicurezza sul lavoro, di prevenzione di incidenti o di risoluzione di problemi difficili?

Per la mia esperienza moltissimo ed evidentemente lo è anche per gli ingegneri.

Linguaggio primario ed elemento ludico dell’Arte

Rispetto a quanto indicato precedentemente, vanno aggiunti altri due elementi che ritengo importanti: la facilità ed il piacere con cui si ottengono i risultati, con notevole risparmio di tempo e di risorse anche emotive per le persone coinvolte.

Il lavoro con il colore, infatti, permette di recuperare ed esprimere capacità e facoltà che da bambini abbiamo molto più sviluppate, come ad esempio l’osservazione, l’intuizione, “l’ascolto” - non solo uditivo – ed il collegare elementi distanti e diversi in modo più fluido.

Il colore dà la possibilità di uscire dalle concettualizzazioni, a maggior ragione e con più forza se evitiamo di rappresentare un pensiero, un sentimento, un’emozione in una forma definita e convenzionale."

nell'arte la possibilità del cambiamento
DIDASCALIA FOTO 2022 DI UNA RAGAZZ IN PISCINA

Di questo era già consapevole Kandinskij: “…si rese conto che gli oggetti - “i segni” – servono soltanto ad ostacolare questa comunione diretta con il colore, impedendo l’accesso ad uno strato più profondo di realtà nascosto sotto forma fisica delle cose” [1].

L’entrare nel colore ed esprimersi attraverso di esso senza potersi avvalere di elementi figurativi all’inizio non è semplice. Solo in un secondo momento ci si rende conto di quanto l’elemento figurativo imbrigli il nostro pensare, sentire ed agire in schemi che dobbiamo invece rompere per poter fare quel cambiamento che desideriamo realizzare.

Quando, con l’uso di metodologie consolidate, ci affidiamo al gesto ed al colore, abbiamo la possibilità di far fluire e di far emergere quello che è già in noi potenzialmente, e che ciascuno può dire in modo unico con il proprio cammino di vita individuale, con la propria biografia.

La scoperta di talenti nascosti rappresenta un vivaio prezioso di risorse sia per la persona che per le organizzazioni, a cui attingere in momenti ad alta complessità ed incertezza come quelli che stiamo vivendo.

Questi percorsi volti alla scoperta e alla valorizzazione di capacità inespresse o latenti rappresentano non solo un vantaggio competitivo per la crescita delle aziende, ma anche un elemento importante di cui tenere conto nell’employeeexperience che si va a disegnare per uno sviluppo professionale dei collaboratori che sia in linea con le aspettative, le motivazioni ed i desiderata delle persone oltre che con gli obiettivi organizzativi.

La scelta sapiente degli strumenti per un’esperienza pratica

Le finalità, gli obiettivi di apprendimento e di sviluppo personale o di gruppo necessitano ognuno di uno specifico canale o attivatore che insieme all’esercizio pensato aiutano il processo di apprendimento e di cambiamento. In questa ottica la scelta degli strumenti da far utilizzare rispetto al lavoro da svolgere, alla persona o al gruppo è fondamentale.

Spesso e con dispiacere, l’esperienza che ho visto fare in azienda con l’Arte è a mio avviso banalizzata e riduttiva. Serve più a fare “colore”, a dare l’idea di un’attività creativa, che a sperimentare un percorso di cambiamento profondo. Il tema non è il mezzo ma come lo si usa.

Lavorare con un carboncino non è la stessa cosa che lavorare con i colori ad acqua, o con i pastelli a cera, o con le crete, per non parlare degli acrilici, colori sintetici che asciugano rapidamente e quindi rimandano anche ad un rapporto tra tempo ed azione diverso da quello di altri materiali, tanto per fare degli esempi. Con il carboncino ti immergi anche fisicamente nelle profondità della terra, le mani diventano nere, entri nel buio che è silenzio, ascolto, spazio interiore, ricerca più forte della luce in tutte le sue gradazioni. È fare luce su un problema e sulle possibili soluzioni da individuare.

nell'arte la possibilità del cambiamento

Così come il movimento generato da un colore è diverso da quello di un altro colore [2]. Bisogna tenere conto di tutti questi elementi quando si disegna l’esperienza ed il percorso, individuale od organizzativo, che si vuole intraprendere, quando pensiamo agli esercizi che devono accompagnare al risultato.

Facendo riferimento alla storia dell’Arte, per Kandinskij i colori agiscono come linguaggio universale dell’anima. “ll colore ha un’influenza diretta sull’anima; il colore è la tastiera, gli occhi sono i martelletti, l’anima è il piano con molte corde. L’artista è la mano che suona, toccando un tasto dopo l’altro intenzionalmente, per provocare vibrazioni dell’anima”[3]. Queste vibrazioni dell’anima vengono sperimentate attraverso il lavoro con l’arte a prescindere dall’essere un artista ed avere doti particolari in tal senso.

I vari artisti con i loro movimenti e le loro avanguardie come hanno interpretato ed utilizzato il colore? Mettiamo, ad esempio, a confronto gli impressionisti con gli street artist. I primi si esprimono attraverso la luce ed il colore in forma di impressioni appunto, rivoluzionando in tal senso il modo di osservare e raccontare la realtà. I secondi sono nati dipingendo di notte, di nascosto, nelle periferie delle città, è come se la loro opera uscisse dall’inconscio, facendo emergere dal buio realtà che di giorno non si possono o non si riescono ad esprimere.

L’importanza di valorizzare i talenti nascosti

Proprio come per la Street Art attraverso il lavoro artistico ed il colore possiamo recuperare e riqualificare luoghi abbandonati di noi stessi, dargli la possibilità di attivarsi ed esprimersi grazie al colore e a tecniche artistiche.

È l’esperienza che ho fatto fare ad un gruppo di manager con l’obiettivo di lavorare sui talenti nascosti e sul worklifebalance poco prima che la pandemia rivoluzionasse le nostre vite. Decisamente illuminata e “avanti” l’azienda che mi ha chiesto di lavorare su questo progetto in un periodo in cui non si parlava ancora di great resignation.

Diversi sono i manager che ho seguito e sto seguendo in un percorso di sviluppo delle proprie competenze e di espressione dei talenti nascosti, sia su richiesta dell’azienda che da parte delle stesse persone come investimento di crescita personale e professionale. Osservo in queste richieste, ed oggi ancora di più, una ricerca di senso e di significati nuovi dello stare in azienda, un desiderio di esprimere le proprie capacità, ambizioni, e perché no sogni, spesso più facilmente e realisticamente concretizzabili di quanto non si pensi.

Un’opportunità per le organizzazioni di attingere a risorse nascoste, da valorizzare non solo per la crescita aziendale ma anche per ripensare i propri sistemi premianti e di retention, che consentono, talvolta, anche un risparmio economico da non sottovalutare.

Insomma un benessere generato per la persona e per l’organizzazione.

Conclusioni

Il lavoro attraverso l’arte è potente, non mente e ci dà la possibilità di uscire fuori da qualunque concettualizzazione, da qualunque razionalizzazione della situazione da affrontare, da qualunque schema utilizzato fino a quel momento, per ri-leggere la realtà con occhi nuovi e ri-disegnare altre possibilità di agire nella realtà personale e professionale nella quale viviamo.

Il cambiamento, che sia individuale od organizzativo, è favorito, potenziato perché reso gioioso, divertente e stimolante proprio grazie all’uso dell’Arte e del colore inserite nelle metodologie utilizzate. Provare per credere!

Articolo scritto da:

Fotografia di Claudia Massa

Claudia Massa

Co-Founder & Partner

Co-Founder e Partner WISE-ING Società Benefit, Consulente per lo Sviluppo del Business

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